SI RIPARTE DA VERONA ANCHE SE NON E'...SAN VALENTINO

 All'improvviso un colore ha illuminato le nostre giornate e le nostre nottate, il bianco delle zone free-Covid, e come funghi sono rispuntate le tanto agognate gare podistiche.

E quale miglior modo per ricominciare, se non da dove si era finito, nel tranquillo inverno del 2019/2020 in attesa della grande bufera pandemica? 

La mezza di Verona, croce (molta) e delizia (poco) della 21 Km, con la sua perfetta organizzazione, i bei panorami di Verona, l'arrivo al Bentegodi (vuoto ma sempre emozionante) e l'atroce caldo.

Già, perché parliamo del 13 Giugno, 25/26 gradi alla partenza e 30 all'arrivo, l'afa che ti entra nei polmoni, il caldo sulla pelle già da quando si parte da casa alle 6.30.

Corsa con l'amico di sempre, Gaetano, con la voglia di farla insieme ma, aimè il bianco è anche il colore della bandiera da me ammainata a metà gara quando pur sul tranquillo ritmo dei 5 (tenuto è vero a fatica), ho mollato per finire in tranquillità.

E quindi stiamo parlando dell'ennesima debacle, della gara perfetta che si è tramutata in atroce, dei piedi che si appiccicano all'asfalto come la nota pubblicità della bibita energizzante, il tempo che si alza, il crollo che ti sale sulle spalle. Il solito. Servito ben caldo. 

A questo risultato ho poco da aggiungere. Non mi aspettavo niente di particolare, ma neanche un risultato così. Niente del lavoro degli ultimi mesi è sorto a galla nella spessa afa veneta. Il nulla. Sembra quasi che abbia fatto un anno e mezzo di pausa dalla corsa.

E così,un po' demoralizzato, riparto. La corsa offre degli insegnamenti e le sconfitte anche. Di questo bisogna fare tesoro. Per ripartire.


Marco M.


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